Riconsiderare il rifiuto
Preoccupati di quello che gli altri pensano e sarai sempre il loro prigioniero. Fai il tuo lavoro, e poi fai un passo indietro. L’unica strada per la serenità. ―Lao Tse
👥 Serve: 1 persona
🎚 Difficoltà: Difficile
⏳ Tempo totale: Una vita
🥣 Ingredienti: Libro “Rejection Proof” scritto da Jia Jang (se siete curiosi e volete saperne di più!)
💪 Valori nutrizionali: Consapevolezza, Fiducia, Resilienza, Coraggio, Perseveranza
Riconsiderare il rifiuto
📝 Descrizione
Riconsiderare il rifiuto per diventare resilienti.
La cultura del metodo Lean Startup si incentra attorno al concetto di “fallire presto, imparare in fretta”. Ma se il concetto di fallimento sta diventando più comune, per lo meno se ne sente parlare nei circoli imprenditoriali, come mai non si può dire lo stesso del suo cugino concettuale―il rifiuto? Nonostante la parentela, il fallimento e il rifiuto non sono la stessa cosa. Da un lato, il fallimento dipende da una serie di fattori e quindi è più semplice trovare dei motivi per cui qualcosa non ha funzionato, siano essi razionali oppure delle semplici scuse. Dall’altro lato, invece, il rifiuto è più ostico perché coinvolge un’altra persona che ci dice di “no”, spesso in favore di qualcun altro. Perciò il rifiuto ha un sapore amaro in bocca e fa male.
La seguente attività apre una finestra sul lavoro di Jia Jang sul rifiuto, raccolto nel suo libro Rejection Proof. Jang ha intrapreso un percorso di terapia molto particolare: 100 giorni di rifiuti, motivato dalla domanda “Se potessimo diventare più resistenti al rifiuto, il mondo non sarebbe un posto migliore?”
Vi invitiamo a guardare il discorso TEDx di Jia Jang: “What I learned from 100 days of rejection”.
👣 Procedimento
Step 1 – Il rifiuto è umano
Il rifiuto è un’interazione umana con due facce. Spesso ci dice di più sulla persona che rifiuta che su quella che viene rifiutata e non dovrebbe mai essere usata come verità universale e unico giudice del nostro merito.
Step 2 – Il rifiuto è un’opinione
Il rifiuto è un’opinione della persona che rifiuta. Tale opinione è altamente influenzata dal contesto storico, dalle differenze culturali e da vari fattori psicologici. Non esiste un rifiuto o un’accettazione universale.
Step 3 – Il rifiuto ha un numero
Ogni rifiuto ha un numero. Se riuscite a sopravvivere ad abbastanza rifiuti, un ‘no’ potrebbe diventare un ‘sì’.
Step 4 – Chiedete “perché” prima di andarsene
Non abbandonate la conversazione dopo il primo rifiuto. La parola magica è “perché”, la quale può spesso svelare la ragione che ha motivato il rifiuto e può presentarvi un’opportunità per risolvere il problema.
Step 5 – Ritiratevi invece di scappare
Invece di lasciar perdere dopo il primo rifiuto, provate a proporre una richiesta ridotta, perché ha più chance di ottenere un sì.
Step 6 – Collaborate invece di combattere
Non discutete con la persona che vi ha rifiutato. Piuttosto, cercate di collaborare con la suddetta persona per ottenere la vostra richiesta.
Step 7 – Cambiate persona prima di arrendervi
Prima di dargliela su, fate un passo indietro e provate a fare la vostra richiesta a una persona diversa, in un ambiente diverso o in circostanze diverse.
Step 8 – Non fermatevi qui
Se desiderate approfondire questi e altri suggerimenti offerti da Jia Jang, vi invitiamo a leggere il suo libro Rejection Proof.